La nostra fede non è fondata sui segni

La nostra fede non è fondata sui segni

16 Aprile 2023

“Gesù, fece molti segni, perché crediate che egli è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv 20,19-31).

La nostra fede non è fondata sui segni, ma su Gesù Cristo morto e risorto per noi. Non è fondata sulla visione del Risorto, ma sulla fede trasmessaci dai testimoni:

“Tommaso, perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). Sulla loro fede, proclamiamo la nostra adesione a Cristo:

“Vi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture e che fu sepolto e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici” (1Cor 15,3-5).

Fondati su tale fede, restiamo fermi nelle prove e ci lasciamo guidare dalla sua presenza di amore: “La vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà.

Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui” (1Pt 1,7-8). Mediante la fede sentiamo risonare nel nostro cuore la voce del Risorto: “Pace a voi!” e gioiremo nel guardare le mani e i piedi piagati del Signore:

“Mostrò loro le mani e il fianco; e i discepoli gioirono al vedere il Signore” (Gv 20,20). Due elementi preziosi per la nostra vita spirituale: la pace e guardare Gesù crocifisso.

La pace: è il saluto di Gesù risorto, che infonde sicurezza, pace interiore, comunione di amore con lui e con i fratelli che condividono la fede.

Non siamo più impauriti, ma testimoni audaci del suo amore infinito e carico di misericordia e di grazia: i cuori si aprono alla speranza, le menti alla verità, i piedi divengono strumenti di gioia per portare la pace. Siamo suoi testimoni:

“Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv 20,21). Siamo portatori di pace, di gioia e di speranza: “Chiunque crede in lui non sarà deluso.

E chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Rom 10,11.13). Ma per essere testimoni di gioia e pace, lasciamoci guidare dallo Spirito di Dio: “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20,22).

Nello Spirito, siamo fortificati nella missione di portare a tutti la gioia del Signore risorto e di essere costruttori di pace e portatori di perdono e di misericordia al mondo che attende la benevolenza del Signore. Tutto ciò è possibile, se guardiamo Gesù crocifisso risorto: egli è in mezzo a noi: nelle nostre comunità ecclesiali, familiari, sociali. Senza Gesù, non c’è comunità: perché solo “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Gesù è in mezzo a loro” (Mt 18,20).

Senza Gesù non c’è pace tra noi. “Egli è la nostra pace” (Ef 2,14), che toglie le inimicizie e ristabilisce la pace nei nostri cuori, per saper usare misericordia verso tutti e perdornarci a vicenda.

L’esistenza cristiana è «sempre» in rapporto “con Cristo”: sia che «gioisce nel Signore» sia che partecipa alle sofferenze di Cristo. In Gesù, con Gesù e per Gesù, “sappiamo che il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne” (2Cor 4,17-18).

Un abbraccio con tanto affetto in Gesù