XXXIII Domenica del Tempo Ordinariio C

XXXIII Domenica del Tempo Ordinariio C

14 Novembre 2022

“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc 21,5-19). È il punto focale di questo vangelo domenicale: l’invito a rimanere perseveranti nonostante le persecuzioni e le sofferenze nel periodo dell’attesa della venuta del Signore.

Non basta la curiosità di sapere quando verrà “la distruzione del tempio”, luogo della comunione con Dio, e neppure di sapere “quando verrà il regno di Dio?”, dato che il Regno di Dio non viene, perché è già presente nella sua persona e nella sua missione di salvezza.

È inutile aspettare avvenimenti spettacolari che lo annunciano. Apparizioni e turbolenze di vario tipo: impressionano, ma hanno poco senso. Con Gesù il Regno di Dio è già operante in noi e tra noi. Non bisogna farsi prendere dalla curiosità e tanto meno dalla paura. L’unica cosa che conta è essere perseveranti nell’attesa del Signore: nella vigilanza, nel coraggio e nella testimonianza.

Perseveranti nella vigilanza: per non illanguidire nel sonno dell’indifferenza e dell’apatia.

Indifferenza: sentimento negativo che produce l’incredulità e la passività di chi non sente più nel suo cuore la presenza del Signore.

Il Saggio ci ammonisce: “È meglio perseverare nella ricerca del Signore che essere un libero conduttore della propria vita” (Sir 20,32).
E ascoltiamo l’ammonimento di Gesù, che “rimproverò i suoi discepoli per la loro incredulità e durezza di cuore” (Mc 16,14).

Di più: “Teniamo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Ebr 12,1-2), “vegliamo e preghiamo in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.

Evitiamo l’apatia nel vivere quotidiano: brutto male, che ci rende insensibili e privi di qualunque entusiasmo nell’attesa del Signore che viene. Gesù ci mette in guardia: “Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,15-16).

La nostra vita deve essere sempre orientata all’incontro con lui e l’attesa di lui deve alimentare il desiderio di incontrarlo con gioia e amore.
La nostra vigilanza sia sapiente, responsabile, attiva. Vigilanza sapiente: si attua nel discernimento, cioè nell’intelligenza della fede, che ci fa scegliere secondo il progetto di Dio, e secondo la piena disponibilità dell’amore: “Prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio” (Fil 1,9-11).

Perseveranti nel coraggio: la paura ci chiude e non ci fa agire. Il cristiano agisce nella forza dello Spirito, che gli comunica la sapienza divina per affrontare tutti i pericoli. Sapienza responsabile, per vivere con consapevolezza e adesione il progetto di Dio, compiendo ciò che a lui piace e ciò che ci rende veri figli di Dio: “Il giorno è vicino. Gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non lasciatevi prendere dai desideri della carne” (Rom 13,11-14).

Vigilanza attiva, per affrontare il buon combattimento della fede: “Rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Prendete l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito” (Ef 6,10-18).

Perseveranza nel testimoniare il Vangelo: attuando una vera conversione del cuore, ci sforziamo di entrare per la “porta stretta” e di camminare per la “via difficile” (Lc 13,24), per la via della pazienza vigilante, della fede convinta (Lc 18,6-8), della speranza ardente di desiderio, della carità operosa (Lc 10,25-37), in attesa del ritorno del loro Signore per introdurci nella “sala delle nozze” (14,16-24), nel suo “gaudio eterno” (Lc 16,23-35).

Testimoniamo con la vita più che con le parole: “Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza di esserci comportati nel mondo, e particolarmente verso di voi, con la santità e sincerità che vengono da Dio, non con la sapienza umana, ma con la grazia di Dio” (2Cor 1,12).